I contatti politici, militari, economici e commerciali tra l'antica Repubblica di Venezia con i paesi che si affacciavano sui mari dell'Adriatico e dello Ionio, oltre che molte isole del Mediterraneo, erano vecchie di secoli. La millenaria Repubblica di Venezia, nota come la “Serenissima”, si prendeva cura di tenere sotto controllo la costa intera, le isole e le rotte marittime che partivano da Venezia e raggiungevano le isole greche del Mediterraneo.


in viola: l'Albania Veneta

Tra i suoi domini vi era quello che lei chiamava “Albania Veneta” (oggi tutti nel territorio del Montenegro), e i suoi territori andavano dal tratto di costa delle Bocche di Cattaro alla foce del fiume Boiana e comprendevano le più importanti città costiere (Cattaro, Risano, Perasto, Teodo, Castelnuovo, Traste, Budua, Castellastua, Spizza, Antivari e Dulcigno).

Sono ben noti i legami che la Repubblica di Venezia aveva con i principati Albanesi, specialmente quelli commerciali. Lo spostamento avvenuto tra il XIII e il XV secolo degli albanesi verso Venezia, principalmente per servizi commerciali e militari, ma anche per lavoro, istruzione, ecc., è stato un fenomeno considerevole, ma la massiccia migrazione della popolazione albanese verso Venezia si è verificata dopo gli assedi di Scutari da parte delle armate dell'Impero ottomano negli anni 1475 e 1479, in particolare quando, dopo una lunga resistenza, cadde il castello di Scutari.

La Repubblica di Venezia, che si era arresa ed aveva consegnato il castello di Scutari agli Ottomani, aveva concordato con questi che gli albanesi sopravvissuti al massacro, per lo più donne, bambini e quei pochi uomini che erano sopravvissuti all'assedio, potevano lasciare liberamente la città.

La Repubblica di Venezia si occupò del trasporto e della sistemazione dei loro alleati albanesi a Venezia e in altre province della Repubblica, fornendo i mezzi necessari per sopravvivere. A Venezia concesse agli albanesi il diritto di sepoltura nei pressi della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, e permise  la loro di riunirsi in confraternita presso la “Scuola degli Albanesi a San Maurizio” (la parola “Scuola” indicava una confraternita religiosa).

La facciata della Scuola degli Albanesi a San Maurizio è decorata con eleganti rilievi raffiguranti la Vergine col Bambino tra i santi Gallo e Maurizio; quello che più colpisce però gli spettatori più attenti è il rilievo della parte superiore: il Sultano Maometto II che osserva il castello di Scutari; si tratta di un'allusione all'avanzata ottomana nei Balcani e quindi anche l'Albania.


gli insediamenti albanesi nella Regione Veneto

Gli Albanesi giunti nella Repubblica di Venezia, oltre che fare i militari, si dedicarono principalmente all'edilizia, alla costruzione di navi, ai lavori agricoli, alla produzione di tessuti di cotone e seta, ma anche come argentieri, medici, ecclesiastici e così via.

Gli immigrati che inondarono la Repubblica di Venezia, era talmente numerosi che, oltre a Venezia, vennero distribuiti in altre città quali Briana e Moniego (frazioni di Noale); Sant'Angelo di Sala (frazione di Santa Maria di Sala); in Provincia di Padova a Sant'Ambrogio (frazione di  Trebaseleghe); in Provincia di Treviso a Casale sul Sile, a Castelfranco Veneto e le sue frazioni di Poisolo e Treville, a Cendon (frazione di Silea), a Lancenigo (frazione di Villorba), a Quinto di Treviso e San Cipriano. Questa misura, insieme al fatto che la maggior parte proveniva dal nord dell'Albania ed era cattolica di rito latino, portò alla loro rapida italianizzazione.

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