La città di Barletta sorge in riva al mare Adriatico, all'imboccatura Sud-Ovest del Golfo di Manfredonia, di fronte al promontorio del Gargano ed è ubicata su di un bassopiano che varia dai 10 ai 15 metri sul livello del mare.


veduta aerea di Barletta

All'epoca delle crociate il porto di Barletta fu tra i più importanti dell'Adriatico grazie ad una posizione favorevole per il raggiungimento della Terrasanta divenendo una tappa obbligata per i pellegrini e dei crociati diretti in Medio Oriente; così che l'Imperatore Federico II, prendendo atto dell'importanza di Barletta, la volle fra le città demaniali del suo regno.


il castello federiciano

L'eccezionale ricchezza della città, dovuta alle banche e ai floridi commerci, ne fece un importante centro economico. Con la dominazione angioina la città ebbe una grande espansione, ma raggiunse l'apice della sua prosperità sotto gli Aragonesi che ne fecero la seconda città del regno di Napoli, tant'è che, il 4 febbraio 1459, Ferdinando I d'Aragona volle essere incoronato sovrano del Regno di Napoli nella sua cattedrale.

La cattedrale di Santa Maria Maggiore

Nel VI secolo d.C., sul sito dell'attuale cattedrale, vi era una grande basilica a tre navate divisa in almeno otto campate, venuta recentemente alla luce; nello stesso sito, agli inizi del X secolo vi fu edificata una seconda basilica di dimensioni ridotte rispetto a quella precedente: sui resti di queste chiese si eleva l'attuale cattedrale.


veduta notturna della cattedrale

Essa è costituita da due parti architettonicamente e stilisticamente distinte ma mirabilmente fuse: quella anteriore tipicamente romanica, e quella posteriore di spiccati caratteri gotici. La costruzione dell'edificio iniziò nel 1126 e si protrasse fino al XIV secolo.

La presenza dei Coronei a Barletta

Nel 1534 ci fu un spostamento di profughi provenienti dalla Morea e, più precisamente dalle città di Corone, Modone, Nauplia e Patrasso. Una parte consistente dei profughi di Corone si stabilì a Barletta.

Corone era stata sotto il dominio della Repubblica di Venezia fino al 1500, quando si arrese agli ottomani a causa della impossibile difesa dagli Ottomani, che avevano conquistato quasi completamente la Morea.

Nel settembre del 1532 la flotta dell'Ammiraglio genovese Andrea Doria conquistò le città greche di Corone, Modone, Nauplia e Patrasso. All'arrivo di Andrea Doria di fronte a Corone, i cittadini gli offrirono la loro cooperazione, grazie alla quale, dopo tre giorni di assedio, Andrea Doria entrò vittoriosamente nella città.

Una volta conqiustata la fortezza di Corone, divenne problematico mantenerla, così che Carlo V cominciò a considerare che non aveva molta importanza strategica; per l'Imperatore fu una logica conseguenza aprire le trattative con gli ottomani e consegnare loro la città di Corone.

A questo punto molti coronei, oramai in preda al panico, abbandonarono la città e i casali vicini e si rifugiarono nei più prossimo territori veneziani;  qui speravano di essere accolti con favore, ma la cosa non fu di gradimento del governo veneziano che, per non compromettere i buoni rapporti instaurati con gli ottomani, prese drastici provvedimenti.

Nel primo trimestre del 1534 venne firmato il trattato di pace tra l'Imperatore Carlo V e il Sultano Solimano; con questo trattato si stabiliva che la città di Corone veniva lasciata agli Ottomani. Già durante il corso delle trattative, i soldati spagnoli della guarnigione, assieme ad alcuni abitanti di Corone che si erano impegnati nella difesa della città, decisero unilateralmente di abbandonare la Città. 

Nei primi giorni di aprile del 1534, giunsero nel Regno di Napoli circa 2000 profugli coronei; qui chiesero di essere accolti e sistemati. Molti di loro si fermarono a Messina e Napoli, dove vissero grazie al sussidio erogato dallo stato, altri furono condotti nelle terre del principe Andrea Doria a Melfi in Basilicata, altri infine a Barletta e Casalnuovo di Monterotaro in Puglia.

La chiesa dei Greci

Il bisogno di un luogo di culto per la colonia dei Coronei, ormai insediatasi stabilmente, si espresse nell'uso prima della chiesa di San Giorgio e successivamente di quella di Santa Maria degli Angeli, denominata comunemente "chiesa dei greci", ubicata nel centro della città di Barletta in Via Madonna degli Angeli.


l'iconostasi della chiesa di Santa Maria degli Angeli

La chiesa fu luogo del culto ortodosso per la colonia dei Coronei dalla sua fondazione sino al 1656, quando un gravissima pestilenza decimò oltre a buona parte della popolazione barlettana. Fu in questa circostanza che la chiesa venne trasformata in chiesa cattolica di rito romano e posta alle dipendenze dell’arcivescovo di Trani e del Capitolo Collegiale di Santa Maria Maggiore di Barletta.

Fu solo nel 1789 che, in seguito alla ricostituzione della comunità greca, la chiesa ritornò al rito ortodosso, fino al 1842 quando la chiesa ritornò ad essere cattolica di rito romano, in quanto era vietato ogni culto che non fosse unito a Roma.

In questo periodo i pochi Coronei rimasti a Barletta furono costretti a celebrare i loro riti di nascosto. Restaurata alla fine del XVIII secolo, la chiesa fu riadattata al culto greco-cattolico. La chiesa fu luogo di culto per la colonia dal 1861 agli inizi del XX secolo.

La storia della chiesa Greco-Ortodossa della Madonna degli Angeli, con Decreto Reale del 7 luglio del 1789 fu riconosciuta come Persona Giuridica dal Regno di Napoli e dallo Stato Greco con Decreto Reale del 19 marzo del 1891, è chiusa al Culto dal terremoto del 1980.

Dal 1985 è occupata dal Comune di Barletta che ultimamente ha restaurato la Chiesa e la sua iconostasi, mentre le altre icone, gli oggetti sacri, i paramenti ed i libri liturgici sono stati trasferiti nel deposito del Museo Civico.

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