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San Costantino Albanese (in lingua arbëreshe: Shën Kostandini Arbëresh) è un comune della provincia di Potenza, in Basilicata e confina con i comuni di Chiaromonte, Francavilla in Sinni, Noepoli, San Paolo Albanese, Terranova di Pollino.

Il paese, nel cuore del Parco nazionale del Pollino, è situato in una valle solcata dal fiume Sarmento (affluente del fiume Sinni); è circondato per tre quarti da alture e da un lato si affaccia su San Paolo Albanese. Il nucleo abitato è posto a circa 700 m.s.l.m. in una conca racchiusa per tre quarti da alture. Il centro abitato, in pendenza non molto accentuata, è racchiuso da due torrenti nella parte che va verso il Sarmento. Il nucleo più antico è diviso in due parti: la parte alta (in lingua arbëreshe: katundi alartaz) e la parte bassa (in lingua arbëreshe: katundi ahimaz) che si estende longitudinalmente.

 

Le due punte estreme del paese sono delimitate da due chiese: quella della parte alta, dedicata alla Madonna delle Grazie ancora oggi esistente; quella meridionale invece, dedicata alla Madonna della Katistea, che è stata demolita una trentina di anni fa.

Dalla chiesetta della Madonna delle Grazie comincia via Scanderbeg (in lingua arbëreshe: nxellikata) che taglia tutto il paese; a circa due terzi della strada, via Scanderbeg si allarga sulla piazza principale dove si affaccia la Chiesa Madre dedicata a Santi Costantino ed Elena. Salendo ancora verso ovest troviamo il Santuario della Madonna della Stella, compatrona del paese; questo santuario costituisce il cuore religioso della comunità di San Costantino.

La zona dove fu fondato il paese faceva parte dell’Antico "Stato di Noja" (attuale Noepoli) è la sua storia del ripopolamento del territorio è legata all'arrivo degli emigranti provenienti da Corone nella Morea in Basilicata nel 1534. Questi giunsero accompagnati da Lazaro Mathes, un capitano di stradioti che aveva ricevuto da Carlo V l’incarico di fondare nello "Stato di Noja" i paesi di San Chirico Nuovo, San Giorgio Lucano, San Costantino Albanese e Casalnuovo di Noja (oggi San Paolo albanese).

Quando giunsero i Coronei il feudo dello “Stato di Noja” apparteneva a Giacomo Pignatelli , un patrizio napoletano che nel 1530 lo aveva acquistato dal regio demanio per 20 mila ducati.

C'è la tesi che un gruppo di Coronei si sia fermata a San Giorgio Lucania; però prima che quella gente vi prendesse possesso, sarebbe stata scacciata da Giacomo Pignatelli, 1° Signore di Noia perché ritenuto ribelli.

La prima data certa dell'esistenza di San Costantino è l'anno 1559, quando lo stesso centro compare tassato per 33 fuochi.

I Coronei, nel tempo, sono riusciti a conservare la lingua di origine, oltre alla cultura, alla pratica delle tradizioni e dei costumi, così come il rito greco-bizantino, come elementi fondamentali della loro identità. Furono inoltre esentati dalle tasse e da altri obblighi fiscali fino al 1671 e questo ha permesso loro di garantire e migliorare le loro condizioni di vita e veder crescere la loro economia che si fondava sull'agricoltura e sull'allevamento

Ancora oggi gli abitanti di San Costantino Albanese conservano la lingua, le tradizioni, il costume tradizionale e le funzioni religiose del Rito Bizantino. I cognomi di origine greco-albanese più diffusi sono: Blumetti, Camodeca, Chiafitella, Iannibelli, Lanza, Loprete, Magnocavallo, Scutari, Trupo.

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