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Falconara Albanese (in lingia arbëreshe: Fallkunara), è un paese in provincia di Cosenza, in Calabria. Il paese, del quale fa parte anche la frazione di Torremezzo, al 30 aprile 2017 contava 1450 abitanti, sorge in un ambiente montagnoso a 634 metri s.l.m. e prospiciente al Mar Tirreno, confina con i comuni di Cerisano, Fiumefreddo Bruzio, Marano Principato, San Lucido.
Originariamente il paese si chiamava solo Falconara; il significato della denominazione potrebbe derivare dal fatto che in quest’area ci fossero numerosissimi falchi. Altra ipotesi è che nel luogo venisse praticata la caccia col falco, o falconeria. L’appellativo “Albanese” è un’aggiunta posteriore, infatti questo appellativo venne apposto nel 1863, con chiaro riferimento alle origini etniche del centro.
Storia di Falconara Albanese
Mancano documenti certi sull’anno preciso della fondazione di Falconara Albanese, ma si può ipotizzare che i coloni albanesi giunsero tra il 1468 e il 1506, quando oramai sempre più città e fortezze albanesi stavano cadendo sotto il dominio ottomano.
A quel tempo molti coloni albanesi si erano già stanziati in Calabria dopo l’operazione militare che Giorgio Castriota Scanderberg fece in aiuto al Re Ferdinando I contro Giovanni d’Angiò. Così che molti albanesi seguirono l’esempio di quelli che si erano già insediati in precedenza nell’Italia meridionale.
Giunti in Italia, gli albanesi ricevettero dai feudatari locali terre e diritti civili in aree scarsamente popolate. Molti si stabilirono in Abruzzo e nel Molise, altri stabilirono nelle Marche, e in altri luoghi dell’Italia centrale, ma di questi quasi tutti i ricordi sono andati persi. Molti si trasferirono nel Regno di Napoli, nelle zone montuose intorno a Benevento, dove ripopolarono villaggi abbandonati e devastati dal terremoto. Altri ancora andarono in Calabria dove, in provincia di Cosenza, fondarono o reinsediarono molti paesi.
Dopo la caduta di Kruja nel 1478 e di Scutari l’anno successivo, ci fu un ulteriore esodo di albanesi nel regno di Napoli. I profughi albanesi provenienti da Kruja e da Scutari andarono ad insediarsi in Basilicata e in Calabria. Probabilmente fu in questo momento che gli albanesi giunsero a Falconara Albanese.
Per il resto, non è possibile stabilire delle date attendibili circa la sua fondazione, a causa della scarsezza di fonti. Certo è che la Cappella di Santa Maria di Castelluccio venne eretta nel 1544, conseguentemente, Falconara Albanese, a questa data, doveva essere già stata fondata.
Sulla fondazione del paese troviamo alcune informazioni scritte da Giovanni Battista Moscato, sacerdote e storico di San Lucido. Queste notizie risalgono alla fine dell’ottocento, ma su di esse non si trova alcun riscontro documentale. Giovanni Battista Moscato sostiene che Falconara fu fondata da sette famiglie albanesi (Musacchio, Manes, Fionda, Josci, Candreva, Staffa, Scuragreco) giunte sulle coste tirreniche della Calabria nel 1487.
Sempre Giovanni Battista Moscato scrisse che gli albanesi si fermarono in una zona denominata “San Pietro” poco distante dal litorale compreso tra il territorio di San Lucido e quello di Fiumefreddo Bruzio, delimitato dalle località di “Malpertuso” e “Fabiano”, zona ricca di vegetazione e con un clima mite. A “San Pietro” rimasero per circa trent’anni, Poi, per paura dei pirati saraceni che imperversavano lungo le coste calabre, nel 1527 risalirono verso i monti dell’l’interno e si insediarono lì dove oggi sorge Falconara Albanese, presumibilmente dove ora sono i rioni “Manesato” e “Kurtina”.
Anche Ferdinando Riggio (1873-1947), scrittore e poeta di Falconara Albanese, sosteneva che gli albanesi giunsero in Calabria nel 1487, ma non era d’accordo con Giovanni Battista Moscato sull’anno in cui essi e si insediarono a Falconara Albanese. Deducendo la sua tesi dai registri parrocchiali del 1588, presumeva che l’anno di fondazione di Falconara era il 1555 (senza considerare che la Cappella di Santa Maria di Castelluccio era stata eretta 11 anni prima) .
E’ accertato che nel 1543 a Falconara si riscontrarono 51 fuochi, pari a 163 abitanti. Ed ancora nel 1545 la sua popolazione fu tassata per 57 fuochi. Dopo tale data, gli albanesi si inserirono in pieno nella vita sociale, tanto che i pochi nuclei autoctoni che già preesistevano nel territorio assimilarono in pieno la cultura degli albanesi e, dopo qualche tempo si ebbero anche dei matrimoni misti (tra albanesi e calabresi). Questo si evince da un registro parrocchiale datato 1588, dove agli originali e comuni cognomi albanesi (Musachio, Manis, Staffa, Toci, Glissi, Capparello, Masci, Fiona, Candreva, Draga, Coree, Dichio, Sulli, Baffa, Belluscio, Gulemme, Scura, Borsci, Starnato, Vesci e Gliossi) si aggiunsero quelli di origine calabrese (Barone, Pellegrino, Di Cerchise, Biscotto, Richia, Greco, Paladino, Barbuto, Di Giancarlo, Sacco, Bono, Ringo, Marchise, Migliana, Francise, Standila, Castiglionis e Paglioca).
Nel “Dizionario dei luoghi della Calabria”, lo storico Gustavo Valente, afferma che il territorio di Falconara Albanese a quel tempo era un casale di Fiumefreddo Bruzio e come tale ne seguì le vicende feudali. Falconara appartenne fino al 1528 ai Sanseverino, Principi di Bisignano; poi subentrarono gli Alargon de Mendoza, Marchesi di Rende e della Valle siciliana, che lo tennero fino al 1806.
Secondo Giovan Battista Moscato gli albanesi rimasero senza culto dal 1487 al 1555, mentre secondo Ferdinando Riggio, a Falconara Albanese si mantenne il rito bizantino fino al 1639. Successivamente a quest’ultima data iniziò il rito latino, che si interruppe nel 1974 quando Falconara Albanese passò dalla Diocesi di Cosenza all’Eparchia di Lungro.
Ancora oggi Falconara Albanese è un paese Arbëreshë ossia Italo-albanese, e questo è riscontrabile in tutto ciò che è tipico del paese, a partire dalla lingua parlata, dai cognomi delle persone, dalle insegne bilingue sulle strade e nei negozi, sino ad arrivare alle chiese che seguono il rito bizantino.
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