Rendered Image


pagina 1 di 2

 

Firmo (arb.: Ferma) è un comune della provincia di Cosenza, in Calabria. Il paese sorge a 369 m s.l.m. su di una collina della piana di Sibari, con alle spalle la Catena del Pollino e alla destra della media valle del torrente Tiro. Dista soli 6 km dallo svincolo autostradale omonimo e alla superstrada delle Terme di Sibari.

La storia di Firmo

Prima dell’arrivo degli Albanesi, il territorio dove oggi sorge Firmo era diviso in due parti: il casale di “Firmo Soprano” (arb. Ka Markasati), e il casale di “Firmo Sottano” (arb. Ka Këllogjeri). Dalla unione di entrambi i casali nacque “Firmo”, così come lo conosciamo oggi. Nell’attuale centro abitato si trova un arco che divideva il paese nei due casali.

Il Casale di “Firmo Sottano” apparteneva ai padri Domenicani di Altomonte, in quanto avevano acquistato il terreno nel 1486 dal Re Ferdinando I di Napoli assieme all’autorizzazione a costruire il detto casale, il quale fu subito popolato da Albanesi, come risulta dai registri dei padri Domenicani di Altomonte dello stesso anno.

La presenza degli albanesi è dimostrata anche da un documento del 23 settembre del 1497, con il quale il principe di Bisignano Bernardino Sanseverino concesse sia agli albanesi di Firmo che di Lungro di “pascere e legnare anche ne’demanii dell’altro feudo di Saracena”, appartenente allo stesso Principe di Bisignano.

L’11 gennaio del 1503, nella sala capitolare del convento di S. Domenico di Altomonte, il priore, Domenico di Simari, alla presenza di altri nove religiosi concesse ad una decina di Albanesi le capitolazioni riguardanti il loro insediamento. Al censimento di quell’anno risultano a “Fermo” 9 pagliari e i seguenti nomi: V. Dimitri De lo Preite, Giorgio, Nicolao, Petro, Tommaso, Joanne (tutti dello stesso cognome), V. pro Nicolao Molla, Alexio Busa, Joanne Scotari, G. De lo Preite lo Grande, G. Arajello, P. Damiano, Gaspare Scotari, Ant: De Io Preite, Augustino Frega, Lazzaro De Corso Joanne e Giorgio di Petro, Mart: e Tom: de lo Preite.

Nel 1508, Firmo [Sottano] veniva censito per 23 fuochi, nel 1543 per 37 (117 abitanti) fuochi. Nel censimento del 1543, risultano i seguenti cognomi: Belliza, Calenzi, Cristiano, Damiano, De Rosi, Drosi, Flemato, Gangali, Greco alias Mazaro, Manisi, Mortato alias Yonna, Pisano.

Se “Firmo Sottano” si mantenne costantemente sotto la giurisdizione dei Domenicani di Altomonte fino all’eversione della feudalità del 1806, diverso fu il destino di “Firmo Soprano” che apparteneva alla contea di Altomonte e quindi alla famiglia Sanseverino di Bisignano. Nel 1502, Berardino Sanseverino, 3° principe di Bisignano e 9° conte d’Altomonte dal 1495 al 1516, concesse la terra di “Firmo Soprano”al condottiero Alessio greco (anche Comite, +1508) di Costantinopoli per l’edificazione un casale di Albanesi o Greci con il pagamento di tre carlini, una gallina, due uova e una giornata di fatica per ogni fuoco come diritto di casalenaggio.

Alessio Greco iniziò a programmare un insediamento, ma, ancor prima di mettere in atto il progetto, rinunciò all’impresa. Al 14 marzo del 1508 risulta la conferma del suffeudo di “Firmo Soprano” a Clara Comite, 1508, figlia del compianto “Alexii Comiti Constantinopolitani”.

Nel 1548, Cesare Greco, forse nipote di Alessio, avvalendosi delle concessioni firmate da suo nonno Alessio e dal principe di Bisignano nel 1502, iniziò a costruire le prime case di “Firmo Soprano”.

Dal Rilevio del 9 giugno 1562 (data di morte di Irene Castriota e pronipote di Scanderbeg), “Firmo Soprano” andò al figlio Niccolò Bernardino Sanseverino, 5° principe di Bisignano. 

Successivamente “Firmo Soprano” continuò a vivere in una situazione di incertezza, passando da una mano all'altra: verso la fine del XVI troviamo Francesco Campilongo (o Campolongo) di Altomonte, barone di Lungro.

“Firmo Soprano” passò in proprietà di Francesco Mazza (anche de Massa), poi di Lelio Salituro (anche Salituri), comandante d'armi e infine, per ragioni di matrimonio, a Giovanni Gramazeo, nella cui famiglia rimase fino all'eversione della feudalità nel 1806.

L’ordinamento amministrativo disposto dai francesi per legge del 19 gennaio del 1807, unì i due casali che presero il nome di “Firmo” e ne fece un “luogo”, ossia “Università”, del cosiddetto Governo di Lungro. Il successivo riordino, per decreto del 4 maggio 1811, istitutivo dei Comuni e dei Circondari, incluse Firmo nella circoscrizione di Altomonte; disposizione poi mantenuta nel riordino dal Borbone con la legge del 1816.

A Firmo si conserva ancora oggi l’uso della lingua dei padri (arbërisht); questa è diversa dalla lingua oggi parlata in Albania e possiede termini più arcaici; inoltre entrambe le lingue hanno subito variazioni a contatto con culture differenti, anche se nella fonetica non esistono differenze sostanziali. Firmo inoltre ha mantenuto il rito bizantino e appartiene all’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi. I cognomi di origine albanese più diffusi a Firmo sono: Bellizzi, Capparelli, Cortese, Damiano, Frascino, Frega, Gallicchio, Greco, Laffusa, Mortati, Russo.

Le tradizioni popolari di Firmo

In occasione dei festeggiamenti a San Giuseppe è consuetudine la sera della vigilia erigere enormi cataste di fascine in ogni rione e accese al rintocco della campana della chiesa principale.

La prima Domenica di maggio si festeggia Sant’Atanasio, patrono del paese. Si svolgono manifestazioni del folclore arbëresh con la partecipazione di gruppi provenienti dagli altri centri arbëreshë in costume tradizionale.

E’ consuetudine durante la commemorazione dei defunti, distribuire in chiesa dopo la Messa il grano bollito (Kolira).


il grano bollito (Kolira)

continua a leggere

Ultimo Aggiornamento: