San Cosmo Albanese (in lingua arbëreshe: Strigàri) è un comune di 641 (al 31/12/2010) abitanti della provincia di Cosenza, in Calabria.

Posto ad un’altitudine di 407 m s.l.m., si trova nel versante settentrionale della Sila Greca, dista circa 12 Km dalla Piana di Sibari e da altrettanti km da San Demetrio Corone. Strigàri è il nome che gli arbëreshë hanno dato a San Cosmo Albanese in onore di un condottiero della città di Struga, nell’attuale Macedonia.

Storia di San Cosmo Albanese

Prima della venuta degli Albanesi nel territorio dell’attuale comune di San Cosmo Albanese, esisteva il piccolo villaggio rurale di “Santo Cosma” dipendente dal Monastero basiliano dei Santissimi Cosma e Damiano (ubicato nel sito dell’attuale Santuario).

Una Bolla di Papa Urbano II, emessa nel 1088, pone sia il Monastero che il villaggio sotto la giurisdizione di Pietro III, Abate benedettino di Cava dei Tirreni: “...Tibi igitur tuisque successoribus confirmamus in Calabria, in territorio Sancti Mauri, Monasterium Sancti Hadriani cum cellis suis; Monasterium Sanctorum Cosmae et Damiani….” Venti anni dopo il Monastero basiliano dei Santissimi Cosma e Damiano e il piccolo villaggio rurale di “Santo Cosma” dipendevano dall’Abazia basiliana di Sant’Adriano (a San Demetrio Corone).

Intanto in Albania, dopo la morte di Scanderbeg avvenuta il 17 gennaio 1468, ci fu una consistente migrazione verso l’Italia meridionale. Molti Albanesi ricevettero dai feudatari locali terre e diritti civili in aree scarsamente popolate, così che si stabilirono lungo la costa adriatica tra l’Abruzzo e il Gargano, mentre altri si stabilirono nelle Marche. Molti si trasferirono nel Regno di Napoli, nelle zone montuose intorno a Benevento, oltre che in provincia di Potenza dove ripopolarono villaggi abbandonati e devastati dal terremoto. Altri ancora andarono in Calabria dove, in provincia di Cosenza, fondarono o ripopolarono numerosi paesi.

Fu in questo periodo, e più precisamente nel 1470, che gli Albanesi si stanziarono nell’ambito del territorio feudale dell’Abazia basiliana di Sant’Adriano, in terra di Acri, ben accolti dall’abate Paolo. Qui costruirono tre casali denominati “San Demetrio” (oggi San Demetrio Corone), “Macchia dell’Orto” (oggi Macchia Albanese) e “San Cosmo” (oggi San Cosmo Albanese).

In un documento del monastero di Sant’Adriano, redatto tra il 1756 ed il 1761, si legge che: “nello anno 1470 capitorno in provincia di Calabria citra dalla Grecia gli Albanesi e molti di essi volsero situarsi nel predetto territorio e convennero con l’Archimandrita e monaci di quel tempo a poter edificare case e pagliari per le abitazioni e altresi del commodo del bestiame avere la campagna, siccome in parte segui, e costrussero tre casali nomati S. Demetrio, Macchia dell’orto e S. Cosmo, per il di cui effetto sotto li 3 novembre dell’anno 1471 formarono tra essi loro le capitolazioni per mano dell’egr. notaro Andrea De Angelis de Terranova ….. e fra gli altri restò convenuto che detto territorio archimandritale sia una parte soggetta di pagare la decima sopra il frutto delle vittovaglie ed il di più in terraggio e ne segui dell’uno e dell’altro la separazione per mezzo dei rispettivi divisori”.

Il 3 novembre 1471 fu redatto l’atto notarile delle capitolazioni tra Paolo, Abate di Sant’Adriano e gli albanesi delle tre comunità. L’Abate di Sant’Adriano deteneva la giurisdizione civile e mista e riceveva numerosi tributi. Mentre al barone laico, che in quel momento era il Principe di Bisignano, era riservata la giurisdizione criminale e l’esazione di tributi supplementari.

Nella numerazione dei fuochi del 1543 San Cosmo Albanese risulta composta da 53 fuochi e 186 abitanti. A quella data i cognomi registrati erano: Belluscia, Brescia, Buscia, Cartaro, Dramisi, Macrì, Minisci, Mosacchio, Pillora, Strigali, Tocci. Il papàs di allora si chiama Lazzaro Staura.

Nel 1597 il Principe di Bisignano cedette il feudo a Bernardino Milizia. Nel 1644 il feudo passò ad Achille Castriota, della linea di Napoli; nel 1732 il feudo ritornò ai Principi di Bisignano e, infine, nel 1746 ai Campagna di Tarsia che vi rimasero fino alle leggi eversive della feudalità del 1806.

Con la legge del 19 gennaio 1807 San Cosmo Albanese divenne Università e, con il regio decreto del 4 maggio 1811, divenne Comune.


donne con il costume tradizionale di San Cosmo Albanese

Tra i personaggi che vi nacquero, ricordiamo: il poeta Giuseppe Serembe, il cui busto di bronzo, opera dello scultore Odisse Paskali, si trova in piazza della Libertà; Guglielmo Tocci, deputato al Parlamento nazionale e autore di molte pubblicazioni di carattere storico-giuridico; Agostino Tocci, autore di, una “Storia di Giorgio Skanderbeg”, composta nel 1645; Donato Tocci, martire della Repubblica Partenopea; Francesco Maria Tocci, patriota giustiziato durante la rivoluzione del 1848; Terenzio Tocci uomo politico e giurista, giustiziato in Albania con l’avvento del regime ai Enver Hoxha (1945); P. Teodoro Minisci, archimandrita dell’Abbazia basiliana di Grottaferrata.

La popolazione parla ancora la lingua degli antenati, come pure conserva gli usi, i costumi, il rito bizantino e tutte le tradizioni a esso collegate. I cognomi di origine albanese più diffusi sono: Algieri, Baffa, Bua, Buffone, Buscia, Cofone, Corino, Gabriele, Macrì, Minisci, Montalto, Pillaro, Sposato, Tocci.

Monumenti e luoghi d’interesse

Il Santuario dei Santi Cosma e Damiano

Il santuario dei Santi Cosma e Damiano, di epoca barocca, eretto sui ruderi di una antica struttura monastica basiliana risalente all’XI secolo, rappresenta uno dei gioielli artistici di tutte le comunità arbëreshe ed è importante meta di pellegrinaggio.

L’interno, diviso in 3 navate, è decorato da una serie di affreschi in stile bizantino eseguiti dal pittore cretese Niko Gianakakis e da mosaici eseguiti dalla bottega d’arte Mellini di Firenze che simboleggiano gli aspetti più significativi dell’intervento divino nel mondo ispirati alla tradizione orientale dell’arte bizantina.

Tra i mosaici più importanti troviamo la decorazione dell’abside con la rappresentazione della Vergine con Bambino e la Comunione degli Apostoli, il mosaico dell’Arco trionfale con la rappresentazione del Cristo Pantokràtor, i mosaici delle pareti centrali che rappresentano le scene della vita di Cristo, tutti in stile bizantino.

La chiesa parrocchiale dei Santissimi Pietro e Paolo

la Chiesa Parrocchiale dedicata ai Santissimi Pietro e Paolo è ubicata nel centro storico in Via Papa Giovanni XXIII. Originariamente nata per il rito latino, nel 1641 fu aperta anche al culto come chiesa parrocchiale per i fedeli di rito bizantino.

La chiesa, costruita secondo lo stile barocco napoletano, presenta al suo interno un’iconostasi dipinta dall’artista greco Evanghelopulos; un elegante soffitto in legno riccamente lavorato; un organo a canne del ’700 di scuola napoletana. Sono conservati inoltre diversi dipinti ad olio dei secoli XVIII–XIX, diverse antiche statue lignee, preziosi Reliquiari e Vasi Sacri d’argento.

I festeggiamenti dei Santi Cosma e Damiano

La festa patronale dei Santi Cosma e Damiano inizia il 18 settembre con l’esposizione delle statue dei Santi e si conclude il 27 settembre con la divina liturgia presieduta dal Vescovo dell’Eparchia di Lungro. Sempre lo stesso giorno si svolge anche una grande fiera-mercato.

Durante questo periodo giungono in pellegrinaggio migliaia di fedeli, provenienti da ogni parte della regione. Si possono ammirare in questa occasione i variopinti e caratteristici costumi delle donne provenienti dai centri arbëreshë limitrofi.

La seconda domenica di novembre si festeggiano nuovamente i Santi Cosma e Damiano. La festa è denominata “Shën Kosmaj i vogël” (San Cosmo piccolo). Nel periodo durante il quale sussistevano i due riti (latino e bizantino) in questa data si svolgevano le celebrazioni latine.

Bibliografia

I. Maziotti, Immigrazioni albanesi in Calabria nel XV secolo, Castrovillari, 2004

T. Minisci, San Cosmo Albanese e il suo Santuario, Tip. San Nilo, Grottaferrata, 1976

G. Tocci, Memorie storico-legali pei comuni albanesi di S. Giorgio, Vaccarizzo, S. Cosmo, S. Demetrio e Macchia, Cosenza, 1865.

R. Avato, Identità culturale di S. Cosmo Albanese, Università degli Studi di Roma, A.A. 1972-73

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