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Monumenti e luoghi d’interesse

Il centro storico

Il centro storico, che si sviluppa intorno al palazzo del Municipio, conserva una caratteristica architettura delle vie con le case costruite intorno ad un piazzale, cosiddetto “sheshi”. Alcune abitazioni mostrano gli elementi propri dell’architettura albanese, con le cornici imponenti dei portoni dei palazzi signorili e le tipiche finestre circolari del sottotetto.

Nelle viuzze del paese si respira l’atmosfera conviviale della “gjitonia” (letteralmente “il vicinato”); questa è un compilato intreccio di urbanistica e di vita sociale insieme, dove si alternano momenti di socializzazione e di trasmissione di saperi e competenze.

La chiesa parrocchiale di San Giorgio Megalomartire

La chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio Megalomartire, costruita nel 1712, è in stile barocco. La chiesa, divisa in tre navate addossate ai lati da due cappelle in stile orientale, ha un imponente torre campanaria a pianta quadrata cuspidata sormontata da una cuspide in stile bizantino, a cerchi concentrici di tegole.

Inizialmente costruita secondo i canoni della tradizione romana secondo gli obblighi imposti dai vescovi latini da cui dipendeva, con la creazione dell’Eparchia di Lungro, oltre all’esecuzione dell’iconostasi, sono stati effettuati vari affreschi e mosaici che la rendono più idonea al rito bizantino.

Il soffitto della navata centrale dispone di un bellissimo lampadario in ottone di grandissime dimensioni con 32 piccole icone al suo interno. Sul soffitto possiamo ammirare un affresco raffigurante il Cristo Pantokrator.

Molto bella è l’iconostasi del presbiterio con il Cristo alla destra e la Madonna con il Bambino sulla sinistra, sovrastata da un’icona che raffigura l’Ultima Cena e i quattro Evangelisti. La volta del presbiterio, con un tondo nel quale è posta una vetrata raffigurante San Giorgio, è decorata da affreschi che raffigurano l ’Annunciazione e l’Ascensione al Signore.

La navata di sinistra è affrescata con scene che ritraggono momenti della vita di San Giorgio: la sua Decapitazione e la Dormizione. La navata termina con la cappella dedicata al Santo Protettore con la cupola completamente affrescata che ospita, sull’altare in stucco , la stata lignea del Santo del 1700, di scuola napoletana.

La navata di destra è affrescata con dipinti che raffigurano la Natività del Signore, il Battesimo nel Giordano, la Trasfigurazione e la Resurrezione. La navata termina con la Cappella del Rosario (un tempo dedicata alle Anime Purganti) contenete la statua della Madonna del Rosario.

Sono presenti nella chiesa diversi dipinti raffiguranti: San Francesco da Paola in adorazione davanti al Crocifisso; San Nicola; San Giorgio che uccide il Drago; Santa Lucia; la Pietà; Sant’Antonio; la Pentecoste; Sant’Anna; la Madonna di Schiavonea.

Inoltre sono custodite numerose statue lignee: la Madonna del Rosario; San Giorgio Martire; l’Immacolata; Santa Lucia; San Francesco da Paola; la Madonna delle Grazie; gli Angeli che reggono la Madonna di Scutari; Sant’Antonio da Padova.

La Chiesa dell’Esaltazione della Santa Croce

In contrada Palombara troviamo la Chiesa dell’Esaltazione della Santa Croce, la cui costruzione è iniziata nel 1996 e si è conclusa il 13 ottobre del 1999 con la consacrazione effettuata da Monsignor Ercole Lupinacci, Vescovo di Lungro.

Lo stile della chiesa si ispira alla tradizione bizantina, con tre absidi all’interno delle quali si dispiega il santuario. è ornata con delle icone che raffigurano Maria ed il Signore. Le icone provengono dalla Grecia, dall’Albania e dall’Italia. L’altare è ornato da una magnifica iconostasi.

La Chiesa della Dormizione della Beata Vergine

In contrada Colucci possiamo ammirare la Chiesa della Dormizione della Beata Vergine, costruita nel 2001. Anche questa chiesa si ispira alla tradizione delle chiese della diocesi di Lungro. Con le sue tre absidi è rivolta ad Oriente, è sormontata da una cupola centrale ed una serie di rilievi che danno un senso di movimento ascensionale.

La facciata è arricchita da un pronao con colonne ed una maestosa gradinata. All’interno si possono ammirare delle pregevoli icone ed è presente una iconostasi in legno, opera di artisti rumeni.

La Sala Consiliare del Comune

Interessante da visitare è anche la Sala Consiliare del Comune di San Giorgio Albanese (Bashkia e Mbuzatit), dove dove si possono ammirare i dipinti del pittore albanese Petrit Ceno, dedicati alla venuta degli albanesi in Italia.


alcune opere di Petrit Ceno esposte nella Sala Consiliare del Comune di San Giorgio Albanese
Tradizioni e folclore

La festa di San Giorgio

Il 23 aprile si festeggia S. Giorgio, patrono del paese. E’ tra le più celebri feste patronali della Provincia di Cosenza, nota per la sua storia, la tradizione ed il suo ricco programma civile e religioso dove tutta la gente vi partecipa con devozione.

Di particolare suggestione è la esposizione dell’effige il giorno 22 aprile: con questa cerimonia, resa ancora più coinvolgente dai brani musicali eseguiti dalle bande locali, si aprono ufficialmente i festeggiamenti in onore del Santo patrono che si concludono il terzo lunedì del mese di maggio con la riposizione della statua nella omonima cappella.


l'asta dei galli

Il fulcro della festa è la partecipata processione, che percorre le strade del paese addobbate a festa da sontuose coperte di lavorazione artigianale esposte sui davanzali delle finestre.

La statua è portata a spalla da fedeli che per tradizione familiare assolvono questo ufficio, indossando una mantella rossa.

Singolare e allo stesso tempo divertente è la tradizionale “asta dei galli”, durante i festeggiamenti. Si concorre alla migliore offerta da lasciare al Santo Patrono.

La festa delle nozze

I preparativi della sposa sono molto suggestivi: mentre le amiche della sposa provvedono a sistemare il variopinto abito nuziale, due cori con voci alterne mettono in guardia la sposa dalle insidie che potrà trovare sul suo cammino, pregandola di tollerare una suocera troppo invadente o le gelosie dei parenti (gjirìa).

Quando la sposa è pronta, arriva il futuro marito. Insieme si recano in chiesa dove ha luogo la cerimonia del matrimonio durante la quale il pàpas offre del vino agli sposi in un bicchiere, che poi viene frantumato a terra; per tre volte pone e ripone sulle loro teste delle corone di fiori incrociandole alternativamente, quindi offre il lembo della stola e, insieme, girano per tre volte intorno all’altare.

La cerimonia si chiude in un tripudio in festa, in cui si alternano, anche con i costumi tradizionali di San Giorgio Albanese, balli e canti arbëreshë.

Il costume di gala delle donne di San Giorgio Albanese

A San Giorgio Albanese rimane vivo, in particolari momenti, l’uso del costume di gala. Questo, oltre ad essere indossato per le nozze, per le feste religiose come le “Vallje”, la Domenica di Pasqua o il giorno di Natale. Lo stesso in passato veniva utilizzato anche per dare sepoltura alla donna. Questo è molto elaborato, realizzato in seta e raso e con vistosi ricami in fili d’oro e d’argento.

La parte inferiore del costume è costituita anzitutto da una sottana detta “Sutanini” su cui è posta la gonna vera e propria, la “Kamizolla”, di raso di seta, di un colore fucsia o rosso vivo in abbinamento al “Pani” ed ornata da un ampio bordo in oro detto gallone.

Sopra la “Kamizolla” viene indossata la “Coha”, un’altra gonna plissettata di colore azzurro o blu che, avendo il bordo inferiore rialzato, lascia vedere la “Kamizolla” sottostante.

La parte superiore del costume è completata dallo “Xhipuni”, un corpetto azzurro con lamine in oro ed ampi ricami, e dal “Pani”, uno scialle in raso ricamato anch’esso con filo d’oro. Frequente è l’uso del velo (Velli) per coprire i capelli.

Se usato come abito da sposa, il vestito di gala è caratterizzato da un prezioso fermaglio per capelli, la “Keza“, intarsiato da elaborati ricami col filo in argento.

Bibliografia

V. d’Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie del Regno delle Due Sicilie, Ranucci, Napoli, 1848

D. Cerrigone, San Giorgio Albanese, In Zjarri n. 1, 1973

C. Ladone, S. Giorgio Albanese ieri ed oggi, Nuove Ed. Culturali Italiane, Roma 1989

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