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San Martino di Finita (in lingua arbëreshe: Shën Mërtiri) è un comune di 1177 abitanti (al 30 settembre del 2012) della provincia di Cosenza sulle pendici interne della Catena Costiera calabrese (Appennino Paolano), nella media valle del Crati, a un’altitudine di 550 m. sul livello del mare.

Il toponimo proviene dall’omonimo Santo, al quale, con R.D. del 22 gennaio del 1863, è stato aggiunto quello del torrente Finita che scorre nelle immediate vicinanze del paese.

Il Comune ha un’estensione territoriale di 23,74 kmq e confina con i comuni di Cerzeto, Fuscaldo, Guardia Piemontese, Lattarico, Rota Greca e Torano Castello. Fa parte dello stesso comune la frazione Santa Maria le Grotte, di lingua italo-romanza, e diverse piccole contrade tra cui Veltri, un tempo popolata quasi esclusivamente da famiglie albanesi, San Bartolo e Brugnano.

La storia di San MArtino di Finita

Un territorio intitolato a San Martino esisteva già nel 1089 poiché il Papa Urbano II, con Bolla del 21 settembre, confermava il possesso della “Terra di San Martino” a Pietro Pappacarbone, Abate della Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni.


il municipio

Il primitivo casale, abbandonato nel XII secolo, si ripopolò dando vita a “San Martino in Cosinelis” nella zona di Coscinello, ma si spopolò ancora una volta nel XIII secolo a causa della peste. Rimaneva solamente una stazione di posta per il cambio cavalli fino a quando venne ripopolato nel XV secolo da una colonia di albanesi.

In quel periodo, in Albania, dopo la morte di Scanderbeg avvenuta il 17 gennaio 1468, ci fu una consistente migrazione verso l’Italia meridionale. Molti Albanesi ricevettero dai feudatari locali terre e diritti civili in aree scarsamente popolate, così che si stabilirono lungo la costa adriatica tra l’Abruzzo e il Gargano, mentre altri si stabilirono nelle Marche. Molti altri si trasferirono nel Regno di Napoli, dove ripopolarono villaggi abbandonati e devastati dal terremoto; molti di loro giunsero in Calabria dove fondarono o ripopolarono numerosi paesi.

Fu allora che un gruppo di famiglie provenienti dall’Albania sud-occidentale, in particolare dalla Ciamuria, furono accolte nel territorio di “Sancto Martino” da Luca Sanseverino, Principe di Bisignano, dove rifondarono l’antico villaggio abbandonato. La prima notizia storica documentata risale al 1503, quando i Percettori Provinciali Regi eseguirono un censimento dei villaggi albanesi della Calabria Citeriore: in quella occasione, a “Sancto Martino” furono attribuiti 22 “fuochi” per un totale di circa 80 abitanti.

Un successivo censimento fu eseguito nel 1543. In quell’occasione la popolazione di “Sancto Martino” risultò formata da 241 abitanti e suddivisa in 71 “fuochi”, ossia nuclei familiari. I cognomi arbëreshë più diffusi erano: Basti, Bua, Calì, Camideca, Cartofiloca, Clavaro, Kopullë, Dardes, Drames, Licursi, Drames, Ferraro, Gliossia, Golè, Greco, Malicchia, Migliano, Mosacchio, Namila, Pillora, Radi, Rotundo, Silves, Spata, Sulla, Tozio.

Nel 1572 il Principe di Bisignano, Nicolò Bernardino Sanseverino, morì senza lasciare eredi. Dopo una lunga contesa per la successione, il feudo di San Martino passò al Barone Francesco Russo. Dopo un susseguirsi di Baroni, nel 1690 il feudo di San Martino passò definitivamente sotto la casata degli Alimena che, anche con il titolo di Marchese lo possedettero fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità operata dai francesi. contemporaneamente San Martino venne eretto a Università Nel 1863 al nome San Martino fu aggiunto “di Finita” con riferimento all’omonimo torrente.

Oggi a San Martino di Finita conserva ancora la lingua e le tradizioni degli arbëreshe, mentre il rito bizantino è scomparso già da 1643. Oggi i cognomi di origine albanese più diffusi sono: Aloise, Bua, Belmonte, Clavaro, Greco, Melicchio, Migliano, Raimondo, Tocci, Trotta.

Luoghi da visitare

La Chiesa parrocchiale di Sam Martino Vescovo

Di notevole interesse è la chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo che, anche se distrutta dal terremoto, fu ricostruita in epoca barocca, e poi restaurata in epoche successive da maestranze locali.

All’interno della chiesa, dove si può ammirare anche uno splendido crocefisso in grandezza naturale e una ricostruzione della grotta di Lourdes, sono custodite diverse statue processionali: l’Addolorata, la Madonna del Rosario (in ottone e legno di ignoto del ’700), l’Immacolata (in legno del ’700), un busto dell’Ecce Homo, San Michele (in cartapesta dell’800), Sant’Atanasio, un busto ligneo di San Francesco di Paola (del ’700), la Madonna del Carmine (in legno del sec. XVIII), San Giuseppe (del ’700 in legno), San Martino vescovo (in cartapesta dell’800), San Martino a cavallo (in legno del sec. XIX), Santa Rita (in legno del sec. XVIII), Sacro Cuore (in cartapesta del sec. XIX) .

La Chiesa del Borgo

Di epoca più recente rispetto a quella della chiesa madre, la Chiesa del Borgo è stata costruita da maestri fuscaldesi. All’esterno è da vedere il portale in pietra, mentre all’interno vi sono l’altare, il pulpito con motivi barocchi e un organo a canne del Seicento.

Il Santuario della Misericordia

In contrada San Bartolo troviamo il Santuario della Beata Vergine della Misericordia, meta continua di pellegrinaggi.

Nella chiesa omonima, sono da ammirare le decorazioni barocche e le statue lignee di San Pietro (sec. XIX), San Giovanni Battista (sec. XIX), Santa Maria della Misericordia del secolo XIX. La Beata Vergine della Misericordia è effigiata su una tela del ’700.

Le Fontane di San Martino di Finita

Il paese di San Martino di Finita è noto anche per le sue fontane: Croi i Syrave, Croi Bagnoce, Croi Giuàn e Croi i puttyriy.

“Croi i Syrave” la «fonte delle mosche», le cui acque vanno ad unirsi al fiume Finita.

“Croi Bagnoce” la «fonte del bagnarsi» perche le promesse spose, nella vigilia delle nozze, mandavamo alla fonte le sue amiche e quasi sorelle (mottrymat), ancora vergini, per attingere l’acqua e portarla alla futura sposa per lavarla ed assisterla prima del matrimonio.

“Croi Giuàn” la «fonte di Giovanni» prende nome dal monaco che, giunto a San Martino per predicare durante il periodo della quaresima, molestò una ragazza del posto. I fratelli della ragazza, con il pretesto che un infermo aveva bisogno dell’assistenza spirituale, attirarono di notte il monaco nei pressi della fontana, e lo castrarono.

“Croi i puttyriy” la «fonte della puttana» presso la quale venne ammazzata una meretrice dal fratello che l’aveva sorpresa mentre esercitava la sua attività.

Le tradizioni popolari di San Martino di Finita

Il 12 febbraio si festeggia la Beata Vergine della Misericordia, in ricordo dello scampato pericolo del terremoto del 12 febbraio 1854. La festa si celebra in una cappella che si trova in campagna, in località detta “la Misericordia”, con grande concorso di gente.

Nella mattinata di Pasqua è consuetudine, nel momento della gloria che annuncia la resurrezione di Cristo, girare casa per casa, portando gli auguri pasquali a parenti e amici e lasciare loro ramoscelli della pianta di erica benedetta. Il ramoscello è chiamato “lulezei dera” ovvero la porta è fiorita.

Il Martedì di Pasqua si festeggia l’Immacolata, per ringraziamento di grazia ricevuta. La peste infuriava nella località “Vurge” (il borgo) e per evitare che passasse oltre il torrente Giovanni, venne propiziata l’intercessione della Vergine con una processione, che viene ripetuta ogni anno.

Tra gli appuntamenti di carattere culturale e ricreativo interessante è “l’Estate Sanmartinese” che si tiene nel mese di agosto durante il quale vengono riproposte sagre popolari nei singoli quartieri ed alcuni giochi di antica tradizione fra i quali ricordiamo i “frisculi”, lo “strummulu” e la “gara delle carrozze”.

Il 15 agosto, nella frazione di Santa Maria Le Grotte, si festeggia Maria Assunta.

L’ultima domenica di settembre si festeggia la Beata Vergine della Misericordia.

L’11 novembre c’è la festa patronale di San Martino di Tours.

Bibliografia

I. Elmo, Itinerari turistici italo-albanesi. (S. Benedetto Ullano, Lattarico, Rota Greca, S. Martino di Finita, Cerreto, Mongrassano, Cervicati), Cosenza 1987

E.M. Russo, Rito nuziale nella colonia albanese di S. Martino di Finita, In “Calabria letteraria”, n. 1-2, 1957

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V. Perrellis, Uno studio morfologico e lessicale sulla parlata arbëreshe di San Martino di Finita, Università degli Studi di Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia, A.A. 1996-97

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