Con l'avanzata degli Ottomani nei Balcani, sulle coste italiane comprese quelle della Regione Marche, si intensificò l'afflusso di Schiavoni (Serbi, Croati, Bosniaci) e Albanesi, aumentando ancora di più dopo il crollo definitivo della resistenza albanese (1479), della conquista della Serbia (1459), della Bosnia (1463) e dell'Erzegòvina (1483). In particolare la presenza degli Albanesi nelle Marche divenne considerevole solo quando i Turchi giunsero ai confini tra la Macedonia e l'Albania.

Giunti nelle Marche, gli Albanesi si dedicarono principalmente all'agricoltura e per questo erano malvisti dagli Schiavoni, in quanto loro concorrenti nei lavori agricoli. Inoltre, anche se erano molto utili alla coltivazione dei campi prima quasi incolti, erano malvisti anche dalla popolazione locale, infastidita da alcune loro malefatte, spesso commesse dagli Schiavoni con i quali i locali li confondevano.

Gli Albanesi stentarono molto ad ambientarsi e a far accettare la loro presenza, anche perchè nelle terre marchigiane era molto alto l'afflusso di lombardi e altri forestieri ed è evidente che fossero i più deboli a pagare le durezze della situazione. Quindi la diffidenza nei loro confronti fu notevole e durò a lungo, ma alla fine gli Albanesi riuscirono ad inserirsi nel tessuto sociale adottando le più varie forme.

Possiamo trovare tracce della presenza degli Albanesi nella città di Ancona e nella sua frazione di Poggio (dove facevano i barcaioli), oltre che nella sua Provincia: più precisamente a Camerano, a Castelferretti (frazione di Falconara Marittima), a Fabriano, a Jesi (da dove, dopo dieci anni di permanenza, furono espulsi), a Loreto, a Numana, a Ostra, e a Sirolo dove giunsero tra il 1468 e il 1470. Sempre a Sirolo la comunità cittadina, scontenta della presenza degli Albanesi, nel 1460 fece alcune ordinanze contro di loro, per scoraggiarne l'insediamento.

Nella Provincia di Ascoli Piceno vi sono tracce della loro presenza nella stessa Ascoli Piceno dove molti Albanesi entrarono a fare parte della milizia cittadina, mentre a Fermo la presenza degli albanesi è accertata già dal XIV secolo; vi sono segni della loro presenza anche a Massignano e a Porto San Giorgio. Inoltre nella Provincia di Macerata sono da elencare gli insediamenti di CingoliRecanati (dove ne sbarcarono 300) e San Severino Marche. Infine nella Provincia di Pesaro e Urbino ci furono gli insediamenti nella stessa Urbino e a Fano, dove gli Albanesi facevano i corrieri a cavallo.

Con il passare del tempo, diversi Albanesi divennero affittuari, coltivatori diretti, coloni o piccoli proprietari agricoli in fase di crescita economica e sociale. Nella seconda metà del XV secolo i discendenti degli Albanesi e degli Schiavoni erano oramai ben ambientati nelle Marche con il loro inserimento nelle corporazioni artigiane, con la crescita della loro flottiglia da trasporto, con la costituzione di una loro chiesa ad Ancona, ecc.

Poi i discendenti degli Albanesi e degli Schiavoni finirono con l'amalgamarsi con la popolazione locale, sino a confondersi con essa, e scomparire dalla Regione Marche come unità etnica autonoma.

Ultimo Aggiornamento: