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Gli edifici religiosi

La Cattedrale di San Demetrio Megalomartire

Situata nel Corso Giorgio Kastrota, troviamo la Cattedrale San Demetrio Megalomartire (Kryeklisha Shën Mitri i Madhi Dëshmor). La chiesa fu fondata nel 1498 e nel 1589 divenne “Chiesa Madre” cioè chiesa principale del paese. Dal 1784 la chiesa fu sede del vescovo ordinante di rito greco per gli albanesi di Sicilia. Il 26 ottobre 1937, con l’istituzione dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, la chiesa venne elevata alla dignità di cattedrale delle comunità siculo-albanesi di rito bizantino in Sicilia.

Si accede alla Cattedrale mediante una scalinata tardo-barocca. Mentre vi sono due entrare secondarie poste ai lati della chiesa, la facciata presenta un’unica entrata ed è abbellita da due mosaici di scuola monrealese della metà del XX secolo, raffiguranti Cristo in trono affiancato San Giorgio e San Demetrio. In una nicchia sottostante vi è un mosaico raffigurante la Vergine Platitera.

Il campanile si presenta semplice e robusto, di forma rettangolare e sormontato da un tetto di forma piramidale. Otto sono le monofore con tre grandi campane.

L’interno è a tre navate con ampio catino absidale centrale. Le navate separate da due file di otto colonne di marmo del pregiato marmo locale “rosso Kumeta” ed archi a tutto sesto.

La cattedrale contiene la più grande iconostasi lignea della Sicilia, con icone del monaco cretese Manusaki. Tra il 1641 e il 1644 il pittore monrealese Pietro Novelli affrescò l’Abside centrale che rappresenta l’esaltazione della Trinità: nella volta, il Padre Eterno benedicente fra i 7 Arcangeli e 2 giri di Cherubini; sotto, gli Apostoli; poi il Cristo risorto e i 4 Padri della Chiesa bizantina.

Arricchiscono le pareti laterali gli affreschi dell’iconografo greco Eleuterio Hatsaras e trittici di icone che raffigurano la vita della Vergine, le feste principali e i padri della Chiesa bizantina, quella centrale da affreschi del Katzaras raffiguranti feste Despotiche. L’opera più antica e di maggior rilievo artistico conservata all’interno della cattedrale, è l’icona della Madre di Dio con il Cristo, di scuola senese del 1500. Sulla parete destra dell’entrata principale si trova una pala raffigurante San Demetrio e San Nestore, e il sepolcro del Servo di Dio Padre Giorgio Guzzetta, illustre personalità arbëreshe vissuta intorno al XVIII secolo, che difese il rito bizantino.

La Chiesa di San Nicola di Mira

La Chiesa San Nicola di Mira (Klisha Shën Kolli) fu eretta nel 1619 sul luogo dove già esisteva un’antica chiesetta dedicata allo stesso Santo.

La chiesa, ad una sola navata, ha particolare rilievo artistico per l’iconostasi dalle pregevoli icone del Seicento e del Settecento, alcune delle quali eseguite da un certo Gionnicio, sacerdote e monaco, probabilmente profugo da Creta che svolgeva la sua attività pittoresca nel monastero di Mezzojuso.

Le icone dell’iconostasi raffigurano: San Nicola in trono; la Madre di Dio col Figlio in trono; il Cristo sommo sacerdote ed infine San Giovanni Battista. In alto al centro dell’iconostasi è raffigurata una Deisis, ossia la supplica rivolta a Cristo da Maria e Giovanni Battista. Ai lati i Padri della Chiesa. Ancora in alto i dodici apostoli e per finire la Madre di Dio e Sa Giovanni Evangelista sotto la Croce.

Il Seminario e il Museo Eparchiale

Collegato alla chiesa di San Nicola di Mira e annesso alla sede della Eparchia di Piana degli Albanesi, il Seminario Eparchiale costituisce un polo di grandissimo interesse culturale e storico. Trasferito da Palermo a Piana degli Albanesi a causa dei bombardamenti del 1945, che distrussero il venerabile Seminario Italo-Albanese, troviamo al suo interno il Museo e la Biblioteca Eparchiale.


la chiesa di San Nicola di Mira
a destra: il palazzo vescovile, il seminario e il museo eparchiale

Nel salone di rappresentanza del Seminario troviamo un busto raffigurante Padre Giorgio Guzzetta, fondatore del Seminario Italo-Albanese, opera dello scultore Ignazio Marabitti, e una grande tela dipinta ad olio raffigurante San Nicola di Mira in paramenti vescovili orientali che dona i suoi averi ai poveri, opera di A. D’Antoni. I paramenti ed il pastorale raffigurati nella tela innanzi descritta, sono custoditi presso il Museo Eparchiale.

La Chiesa parrocchiale di San Giorgio Megalomartire

La Chiesa parrocchiale di San Giorgio Megalomartire (Famullia Shën Gjergji i Madhi Dëshmor) è la chiesa più antica di Piana degli Albanesi; infatti fu edificata nel 1493 e ampliata nel 1594. Nel 1619 venne assegnata ai padri Agostiniani che la mantennero fino al 1903, quando ritornò al clero di rito bizantino.

La chiesa, di modesto rilievo artistico-architettonico, è costituita da un’unica navata con volta a botte e conserva ancora oggi la maggior parte degli arredi originali. Tra questi di ottima fattura risulta essere un dipinto ad opera di Cristodoro (1759) raffigurante San Giorgio in Gloria. Nel 1957 assunse una certa importanza, in quanto vi erano state trasferite delle icone dei secoli XVII e XVIII provenienti dalla chiesa di San Nicola a Palermo, distrutta dagli eventi bellici.

L’iconostasi, divisa in tre registri, contiene delle icone del ’600. Lungo le pareti laterali, arricchite da icone di scuola siciliana del ’700, si possono ammirare diverse tele, tra le quali la Crocifissione e San Filippo Neri in preghiera realizzate in stile neoclassico da Giuseppe Patania (1780-1852) e San Giorgio in prigione attribuibile a Pietro Novelli (1603-1647).

In direzione della parete sinistra si trova poi la pregevole statua di San Giorgio realizzata da Girolamo Bagnasco (1810-1813). Infine l’iconostasi è impreziosita da varie icone di iconografi contemporanei dei Balcani e locali.

Nell’oratorio della Chiesa parrocchiale di San Giorgio Megalomartire è ospitata una straordinaria collezione di icone sacre raccolte in più di cinquanta anni di sacerdozio dal papàs Elefterio Schiadà, che ha donato alla parrocchia. Queste icone provengono da diverse scuole pittoriche e dunque rappresentano un vero patrimonio culturale.

L’Oratorio di San Filippo Neri

Accanto alla Chiesa parrocchiale di San Giorgio Megalomartire, per opera del Servo di Dio Padre Giorgio Guzzetta, nel 1716 nacque l’Oratorio di San Filippo Neri, in realtà una sorta di “casa di riposo” riservato ai sacerdoti celibi di rito bizantino, i quali dal 1759 arricchirono la Chiesa parrocchiale di decorazioni e di affreschi.

Al suo interno si conserva un affresco di Pietro Antonio Novelli, padre del celebre pittore Pietro Novelli, raffigurante Sant’Antonio Abate. Inoltre si può ammirare una pregevole statua di San Giorgio Megalomartire.

L’Oratorio di San Filippo Neri funzionò fino alla sua soppressione nel 1866; oggi è sede del Museo civico etno-antropologico, ma una piccola dei suoi locali è ad uso della chiesa parrocchiale.

La chiesa parrocchiale della Santissima Madonna Odigitria

La chiesa parrocchiale della Santissima Madonna Odigitria (Famullia Shejtërore Shën Mëria e Dhitrjes), edificata sulla piazza principale del paese fu aperta al culto già nel 1616. Intorno al 1622 venne ricostruita e ampliata su progetto di Pietro Novelli.

All’entrata della chiesa, a tre navate divise da quattro pilastri su cui poggia la grande cupola ottagonale con lanternino, vi sono due acquasantiere barocche di marmo rosso a forma di conchiglia. L’abside centrale rispetto alle navate laterali è molto profonda per cui la cupola, diversamente dalle chiese barocche, si trova più vicino all’ingresso, mentre l’altare rimane in penombra.

Vi si conserva la statua della Vergine Odigitria (fine sec XVII), in legno stuccato e dorato, sorretta da due monaci fra i quali è incassata l’icona dell’Odigitria che gli esuli avrebbero portato dall’Albania. Nelle navate laterali quattro altari di stile barocco con marmi policromi sono dedicati a San Pantaleo, a Santa Rosalia, a Sant’Antonio e infine alle anime del Purgatorio.

Le pareti sono ornate da un dipinto raffigurante l’Arcangelo Michele (1700) e da una Crocifissione in legno intagliato, dipinta da Spiridione Marino. Ogni altare presenta antichi stemmi appartenenti a famiglie di Piana (Schirò, Matranga, Schiadà).

Il Collegio di Maria

Addossato alla chiesa parrocchiale della Santissima Madonna Odigitria, troviamo il Collegio di Maria (Kulexhi i Shën Mërisë) che accoglie le suore Collegine di rito bizantino. Il Collegio fu fondato nel 1733 dal Papàs Antonio Brancato e dal Servo di Dio Padre Giorgio Guzzetta, i quali tenevano molto alla formazione delle ragazze del paese.

Nel corso dei secoli le suore Collegine, insieme alle giovani studentesse, hanno coltivato l’arte del ricamo, sia dei costumi femminili italo-albanesi che dei paramenti sacri; inoltre, le suore hanno aperto scuole di ogni ordine e grado, ma oggi rimangono solamente l’Istituto Magistrale intitolato a “Padre Giorgio Guzzetta“, e la scuola dell’infanzia.

Ospitata nei locali del Collegio di Maria, che è stato la più importante scuola di ricami, vi è la più ricca esposizione di ricami divini dell’intera Eparchia. L’esposizione è stata creata negli anni cinquanta per volontà di Suor Maria Pia Caronna. Vi sono esposti paliotti, paramenti sacri, argenti, ceroplastiche sacre e una importante collezione di icone che rendono davvero imperdibile questa esposizione.

La Chiesa parrocchiale di San San Vito Megalomartire

Originariamente di rito greco, la Chiesa parrocchiale di San San Vito Megalomartire (Famullia Shën Viti), Comunemente detta Sëndu Viti, fu edificata dopo il 1500 e fu ceduta ai fedeli di rito latino nel 1590. Ricca di fregi, di altari intarsiati in marmi policromii è un esempio di arte tardo-barocca.

In cima alla splendida scalinata barocca vi è il portale settecentesco, con ai lati due statue marmoree raffiguranti i Santissimi Pietro e Paolo, mentre nella parte superiore vi sono due putti che sovrastano le colonne. Nella parte centrale del portale si può ammirare un medaglione e in alto una nicchia che contiene la statua dell’Immacolata Concezione.

La chiesa è a tre navate con abside e cappella laterale. All’interno vi si conservano importanti opere d’arte: la statua dell’Immacolata (scolpita in pietra calcarea, stuccata ed intarsiata in oro), collocata sull’altare centrale di marmo in stile barocco, mentre la statua di San Vito martire (prima metà del secolo XVI), anch’essa in pietra calcarea stuccata e ricoperta d’oro, è posta nella cappella della navata sinistra.

La Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio il Grande

La Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio il Grande (Famullia Shën Gjoni i Madh), edificata nel 1562 per volere del Papàs Teodoro Parrino, è l’unica che ha mantenuto l’altare ad oriente così come è in uso nell’architettura bizantina.

La chiesa, a forma di croce greca mancante di un braccio, nasconde l’altare con una semplice iconostasi da cui emerge dal Vima l’antico l’affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna di Loreto con San Giovanni Battista e l’Arcangelo Gabriele.

Originariamente dedicata alla Madonna di Loreto, cambiò patrono dopo il 1644, quando Pietro Novelli vi dipinse l’affresco di Sant’Antonio il Grande, oggi conservato nella chiesa di San Giorgio Megalomartire.

Ornano le pareti laterali due mosaici di Michele Dixitdomino, raffiguranti Santa Caterina e Sant’Antonio il Grande, e icone bizantine con scene bibliche varie.

La Chiesa parrocchiale della Santissima Annunziata

La Chiesa parrocchiale della Santissima Annunziata (Famullia Shën Mërisë së Lajmëruar), nota anche come Patret per l’attiguo ex Convento dei cappuccini, fu costruita nel 1624 dal sacerdote Giuseppe Matranga su una precedente chiesa diruta. L’interno presenta una forma anomala, con una navata centrale e una navata destra. L’interno presenta una forma anomala, con una navata centrale ed una destra.

L’antico altare centrale in legno (1852), recentemente è stato spostato nella navata destra; la parte inferiore dell’altare e il tabernacolo sono scanditi da colonnine, le parti superiori sono decorate con figure, viticci e spighe ed è sormontato da un crocifisso in legno policromo con reliquiari dorati.

Lo spostamento nella navata destra dell’antico altare centrale, ha evidenziato nell’abside l’affresco raffigurante l’Annunciazione, opera ultima del Novelli (1646).

L’attuale altare centrale di forma quadrata, è realizzato in marmo ed è sorretto da quattro colonne raffiguranti i quattro Evangelisti. L’altare è preceduto da una iconostasi, le cui icone sono state dipinte da Josif Droboniku.

Nella navata centrale si può ammirare una grande tela del secolo XVIII di scuola siciliana raffigurante l’Immacolata Concezione. Occupano la parete sinistra due tele di autore ignoto raffiguranti S. Pietro in vincoli e S. Francesco e la Madonna in preghiera. Fanno parte dei beni artistici della chiesa altre 14 tele del sec. XVII, probabili opere di artista cappuccino raffiguranti i 12 Apostoli, Cristo e la Madonna.

La Chiesa della Madonna del Rosario

Costruita nel XVI e precedentemente dedicata a San Venanzio, la Chiesa Madonna del Rosario (Klisha Shën Mëria e Rruzarjit) fu restaurata nel 1728 dalla famiglia Costantino la cui abitazione era contigua alla chiesa. Nel 1741 il Papàs Antonino Costantino, proprietario della chiesa, la donò alla Confraternita del Rosario.

Di scarso rilievo artistico, nel 1952 venne dotata di iconostasi ed è abbellita da mosaici e icone neo-bizantine.

La Chiesa rurale della Santissima Maria dell’Odigitria

Ai piedi del monte Pizzuta, poco distante dal centro abitato, sorge la Chiesa rurale della Santissima Maria dell’Odigitria (Klisha Shën Mërisë së Dhitrjes te mali), costruita nel 1488, anno in cui furono stipulati “I Capitoli di fondazione” di Piana degli Albanesi.

La chiesa, secondo una leggenda popolare, fu costruita in onore della Vergine, la cui immagine i profughi albanesi avrebbero portato dall’Albania, la quale avrebbe indicato il luogo dove avrebbero dovuto insediarsi definitivamente e costruire le loro abitazioni.

La chiesa, edificata a pianta quadrata con abside rivolto a oriente e un altare centrale del XVIII secolo, custodisce una immagine su tela della Madonna Odigitria, opera del 1612 di Pietro Antonio Novelli, padre del più celebre pittore monrealese.

In due diversi periodi dell’anno, ossia a maggio e ad agosto, gli arbëreshë si recano in questa chiesa prima dell’alba per partecipare alla Divina Liturgia e successivamente intonare canti sacri e popolari nostalgici per la Madre Patria.

Il monastero basiliano del Santissimo Salvatore alla Sklizza

Il monastero basiliano del Santissimo Salvatore alla Sklizza (Manastir Shejt Shpërtimtar te Sklica), sorto nella prima metà degli anni ’50 per iniziativa dei monaci basiliani dell’abbazia di Grottaferrata, comprende l’omonima chiesa in stile neo-bizantino, che presenta l’esterno rivestito da marmi locali, maioliche con i quattro evangelisti e un mosaico raffigurante la Vergine col bambino.

L’interno della chiesa, ad unica navata, è arricchito dal mosaico del Cristo Pantocratore benedicente, da un iconostasi in marmi mischi, opera dell’artista locale Spiridione Marino, e da icone.

Il monastero inoltre ospita una piccola biblioteca relativa alla cultura albanese e uno studio di un artista locale del mosaico e di icone.

Le Cappelle rurali

Oltre alle chiese urbane, vi è gran numero di chiese e cappelle rurali che in genere prendono il nome dalla contrada in cui si trovano. Così che, alle falde del monte Maganoce, troviamo la Cappella della Madonna delle Grazie o della Scala (Shën Mëria e Hirevet o e Shkallës), del 1560; in contrada Fusha troviamo la Cappella di Santa Caterina (Shën Katarina); sul poggio omonimo troviamo la Cappella della Madonna dell’Udienza (Shën Mëria e Godhencës); in contrada Shën ëngjëlli troviamo la Cappella della Madonna dello Stretto (Shën Mëria e Stritit), della metà del XVI secolo; nella contrada omonima, all’interno dell’abitato, troviamo la Cappella di San Giovanni (Shën Jani); in contrada Brinja troviamo la Cappella di San Mercurio (Shën Merkuri); in contrada Argomezët troviamo la Cappella della Madonna Nascosta (Shën Mëria e Fshehur); a pochi chilometri dal centro abitato, in località Argomezët, troviamo la Cappella della Madonna della Pietà (Shën Mëria e Boshit); alla sommità dello Sheshi troviamo la Cappella di Maria Addolorata (Shën Mëria e Dhëmbur); in zona Kryqa e Palermës troviamo la Cappella di Maria SS Odigitria (Shën Mëria e Dhitrjes); nello Sheshi troviamo la Cappella di San Michele Arcangelo (Shën Mikelli Arkëngjëll)


la Cappella dedicata a Maria Santissima Odigitria, in zona Kryqa e Palermës

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